mercoledì 19 ottobre 2011

Buone prassi per l'integrazione scolastica

                                                                                                                                                      Nelle scuole italiane l'integrazione degli alunni disabili viene costruita giorno dopo giorno, anno dopo anno, con fatica, con successi e sconfitte, con soddisfazione e responsabilità. Spesso però le esperienze vissute dagli insegnanti non sono documentate in modo replicabile e sopravvivono solo nella memoria dei protagonisti, i quali generalmente si disperdono migrando da una scuola all'altra. Di conseguenza, queste memorie fanno fatica a diventare un corpus sedimentato e consultabile di esperienze consolidate, di "prassi" che hanno funzionato. Spesso si deve ricominciare tutto da capo, ignorando magari che a pochi chilometri di distanza altri insegnanti si sono confrontati con difficoltà simili alle proprie. Da qualche tempo però sembra esserci una maggiore attenzione, da parte delle scuole, a valorizzare e divulgare queste esperienze, che hanno la qualità di "buone prassi". Ma cosa significa "buona prassi"? Non certo un modello ideale, perfetto, assolutamente corretto e da applicare direttamente nel proprio contesto, ma piuttosto qualcosa che altri hanno fatto e che - nel loro contesto - ha funzionato, probabilmente perché aveva delle buone caratteristiche. In questo libro, curato da Andrea Canevaro e Dario Ianes, vengono presentati venti modelli di integrazione che sono stati premiati dalla rivista Erickson "Difficoltà di apprendimento" perché rispondono il più possibile a un ideale di integrazione che coinvolge tutti i compagni di classe, tutti gli insegnanti, i servizi socio-sanitari e le famiglie per costruire, nei diversi ordini di scuola, una programmazione educativa individualizzata realmente integrata nelle attività di tutti gli alunni. Ricchissimo di spunti operativi e metodi replicabili, questo volume è un prezioso strumento per ogni insegnante alla ricerca di idee creative ed efficaci per realizzare un'integrazione autentica.



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